
Milena Castaneda esordisce ufficialmente nel campo della poesia con questa silloge “Specchio delle mie brame” attestandosi su un livello scritturale già maturo e di forte emozionalità. E tuttavia si tratta di un libro giovane nello spirito e nello status del canto che si snoda lungo i percorsi di un’analisi puntigliosa e appassionata della natura d’amore, delle sue contraddizioni, del suo incontrollabile altalenare tra abisso ed estasi, perché forse è vero che, indipendentemente dall’età, si è giovani finché ci si innamora e si è vecchi quando non ci si innamora più.
Ma non è il luogo comune che convince, anzi…., è piuttosto la sottigliezza delle analisi, la freschezza dei moti dell’animo (esaltazione, tristezza, speranza, malinconia, nostalgia, delirio e altri assimilabili) quali emergono da un linguaggio poetico che sapientemente gestisce “la pratica del desiderio”.